E’ l’installazione di Müller & Sohn alla Biennale dell’Arte di Venezia, 2019.
Il duo
I due artisti si considerano un duo artistico sperimentale, e lavorano in un laboratorio che mira a fondere insieme pittura, scultura, fotografia e video.
Il lavoro in Biennale
Il lavoro che troviamo esposto in Biennale è evidentemente un percorso sulla natura. L’intervento umano, qui rappresentato iconicamente con un drappo rosso ritagliato in forme insolite, provoca su una spiaggia incontaminata la morte, ben rappresentata dallo scheletro di pesce meccanico in primo piano. Non saprei spiegare perché l’iperrealismo rende surreale il quadro, che rappresenta solo la parte di pittura. Sopra il quadro pende un ulteriore drappo rosso, simile a quello nella tela, ma stavolta reale. A contornare il quadro stanno delle valve e conchiglie che sembrano in gesso, bianche, contenenti animaletti marini.
Coerenza estetica
Quel che più colpisce, e che anche la targa riporta, è l’estrema coerenza estetica dell’opera.
Irene Müller,precedentemente collaboratrice artistica di Christoph Schlingensief, si occupa della parte dipinta, fotografica e video. Diethard Sohn è invece responsabile dell’iper-realismo della pittura, che assomiglia a una ironica re-interpretazione del cubismo.
Nell’installazione video, della quale non ho ancora parlato, i due artisti camminano su una spiaggia brandendo in alto il drappo rosso, come a utilizzarlo a misura di tutte le cose.
Non può che ricordare l’intervento umano, insomma.