È stato un anno d’oro per gli Uffizi, con 427.856 visitatori per il solo luglio 2022.
Sono numeri importanti, che rivelano non solo una politica di investimenti oculati, ma anche una serie di accorgimenti che mirano a rendere l’offerta culturale museale più in linea con il gusto comune. Non direi il “gusto delle masse”, ma piuttosto proprio lo Zeitgeist, l’essenza di ciò che colpisce, e delle modalità più consone tramite le quali funziona il coinvolgimento.
Il problema è il personale
Il direttore degli Uffizi rivela però un grosso problema: il personale. Eike Schmidt – alla guida del museo dal 2015 – dichiara infatti ai microfoni dell’ANSA che il rischio è proprio la chiusura per assenze nell’organico.
Ma andiamo con ordine: la riforma Franceschini dell’autonomia speciale assegna infatti la gestione dell’organico all’amministrazione centrale e i manager come Schmidt su questo non hanno potere di intervento.
Come dice il direttore degli Uffizi, mentre la produzione scientifica, la migliorata capacità di spesa, le facilitazioni organizzative, le entrate economiche in continua crescita sono tutte voci incentivate dalla riforma, sulla questione delle risorse umane c’è una sfida in corso ancora da capire e risolvere con la modalità più adeguata.
L’organico delle Gallerie è stato appena ridotto del 9%, e quindi lo scenario sul breve termine non risulta essere dei più rosei, considerando anche l’alto numero dei pensionamenti.
Le strutture ricettive a fianco del museo
Sembrava, solo qualche decennio fa, e solo ai più integralisti, che le strutture ricettive fossero Satana, per i musei. Ma come, nel tempio della cultura e dell’arte dobbiamo anche mettere dei posti in cui mangiare? Come il Cristo dei Vangeli canonici, molti di noi avrebbero volentieri scoperchiato quelle caffetterie così curate e fatturanti, in preda a un’ira sacra e per certi versi iconoclasta (se consideriamo il Dio denaro come riferimento teologico).
E invece no, le caffetterie sono tutt’altro. Sono l’occasione perfetta per coniugare la piacevolezza e l’abilità di accogliere anche un aspetto che non dobbiamo trascurare: la cura e la ristorazione del corpo.