Il Leone d’oro va a Laura Poitras con il suo film documentario “All the beauty and the bloodshed”, sulla vita quotidiana dei malati di AIDS durante gli anni ‘70-’80 e sulla storia della fotografa Nan Goldin e la sua battaglia contro il colosso farmaceutico Purdue Pharma, ritenuta responsabile dell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti. Un altro successo dopo l’oscar del 2015 per Citizenfour, e l’ascesa di questa regista documentarista sembra ormai inarrestabile, nonostante il genere ibrido e non sempre facile.
Il Gran premio della giuria e il Leone del futuro vanno invece all’esordiente Alice Diop per Saint Omer.
Il Leone d’argento e il premio per la regia vanno al nostro Luca Guadagnino per “Bones and all”, un film internazionale con una vocazione globalista. Il cast è infatti americano, con Timothée Chalamet che già l’aveva accompagnato in “Chiamami col tuo nome”.
“Dedico questo premio a Mohammad Rasoulof e a Jafar Panahi, arrestati in Iran. Viva la sovversione, viva il cinema” sono le parole di Guadagnino mentre ritira il premio, e a chi ha visto nascere la Persia odierna penso sia salito un brivido lungo la schiena.
Panahi è detenuto per propaganda contro il sistema, così come gli altri due registi Mohammad Rasoulof e Mostafa al-Ahmad. A Panahi dedica il premio anche Laura Poitras, che non per niente ha celebrato il coraggio sociale e l’attivismo di un’artista in grado di scagliarsi contro un sistema oppressivo.
Il Premio Speciale della giuria è andato a “Gli orsi non esistono” di Panahi, che potremo vedere nelle sale a partire dal 6 ottobre.
Tra gli italiani vanno anche annoverati Vera Gemma, migliore attrice nel film di Tizza Covi e Rainer Frimmel.