Oggi è la sede di Banca Generali, e non è certo una meta di pellegrinaggio artistico anche se potrebbe: si trova in piazza Sant’Alessandro questo edificio del 1300, uno straordinario esempio di architettura dell’epoca ma con già forme mature del nuovo secolo.
Palazzo Pusterla
Sto parlando di palazzo Pusterla. L’edificio, voluto dalla famiglia Pusterla, è un edificio nato da banale committenza abitativa e di prestigio sociale e civile.
Si parla di diversi complessi, dal gruppo in mattoni che costituisce la residenza vera e propria, all’edicola in mattoni cinquecentesca, raffigurante la Madonna, al bellissimo cortile porticato.
A metà degli anni Trenta del XII secolo la costruzione, già esistente, testimonia l’esilio del vescovo scismatico Anselmo, della famiglia dei Posterla, dopo l’arrivo del monaco francese Bernardo di Chiaravalle a Milano.
MArgherita e Luchino Visconti
Tra le mura di Palazzo Pusterla si cpnsuma la tragica storia di Margherita, cugina di Luchino Visconti e da lui, secondo la leggenda, desiderata. Sfortunatamente Margherita era già sposa del conte Francesco Pusterla, già oggetto dell’invidia viscontea per i suoi larghi possedimenti e influenze politiche.
Secondo un copione già visto e già recitato, Luchino Visconti uso la sua influenza per imprigionare tutta la famiglia Pusterla, compresi i figli piccoli, e per decapitarla.
La versione romanzata di CEsare Cantù, del 1838, prevede invece che la storia d’amore si fosse consumata tra MArgherita e il cugino Luchino Visconti, salvo poi risolversi in una romantica fine tragica.
Il nuovo Palazzo
Riporta il sito dei Beni e delle attività culturali che:
A metà del XIX sec., l’hotel Reichmann (già in Palazzo Volpi, Bassani Acerbi in Corso di Porta Romana 3), fusosi col Gran Bretagna, si trasferì presso un’ala riammodernata dal Canonica del Palazzo Posterla in Via Torino, angolo Via Palla. (fonte)
Durante le due giornate del Fai sarà possibile accedere alla struttura, dove avrà sede anche la mostra “Hana to Yama” dell’artista Italo svedese, Linda Fregni Nagler. La mostra racconta della relativamente recente industrializzazione del Giappone, e dell’impatto che ha avuto sulla vita agreste delle province più remote.
In omaggio per i visitatori il libbricino “Capire la Finanza”.
Invito tutti ad andare a vedere il palazzo e le sue adiacenze, cogliendo l’occasione per farsi, perché no, anche una semplice lettura economico-finanziaria. Quando si dice cultura in senso ampio.