Continuo da questo articolo la mia riflessione su musical, cinema o opera.
Ho già detto che la passione per il musical non è proprio connaturata all’italiano. Ho una teoria piuttosto banale in merito: siamo stati abituati troppo bene.
Siamo abituati bene
Ovvero, abbiamo una tradizione musicale d’eccellenza, che spazia dal folklore, alla musica lirica, alla musica napoletana e anche al rock progressivo.
Non possiamo venire facilmente convinti da colonne sonore inesistenti, o da partiture musicali povere e sciatte.
Questo è, almeno, il pensiero che ho avuto io di fronte alla simpatia che inizialmente ho provato per alcuni capolavori del musical. Ad esempio, Hair. Molto bello, molto intenso, però i momenti cantati?
Nell’opera, questi momenti sarebbero deputati alle arie. Pezzi d’autore, complessi, stratificati, con una codifica specifica. Poca danza, parlato ridotto al minimo. In generale, come i cori per Euripide, anche per il musical e l’opera i cori sono momenti lirici, di contemplazione dei sentimenti o della natura.
Non c’è azione.
Il ruolo del coro in musical, cinema e opera
Questa considerazione ci porta a chiederci: perché a qualcuno questi momenti lirici annoiano a morte?
Nel mio caso, perché li associo all’opera, e il confronto non può reggere. Quindi, mi aspetto che chi ami il lirismo e ami la musica leggera e pop, possa anche apprezzare “Let the sunshine in” di Hair, oppure “Good morning”, dal musical Singing in the rain.
A volte però il “coro” diventa narrativo. È quanto succede ad esempio nelle arie di Puccini, note per essere narrative più che statiche e contemplative. Certo, non voglio generalizzare il Maestro con questa considerazione.
Preferisco scandalizzarvi così: pensate a Forza venite gente. Un altro dei pochi musical che ho visto, che narra della storia di Francesco d’Assisi, da un punto di vista prettamente religioso, ma anche godibile musicalmente.
Dico la verità, mi è piaciuto molto, quando l’ho visto, ma forse perché i cori, o meglio, le arie, non avevano l’ambizione di essere lirici. Raccontavano, tra una battuta e l’altra, tra un ritornello e l’altro.
(continua…)