Ecco la mia riflessione su Michelangelo Pistoletto, artista d’arte povera del quale si parla con una certa curiosità specialmente negli ambienti istituzionali europei.
Dove è esposto
L’ambasciata di Berlino ha esposto molte delle sue opere. Ora ospita la sua Venere degli stracci nella hall, giusto per nominarne una. Il 2 giugno si è poi esposta una tavolata fatta di materiale riflettente, con intagliate le sagome dei Paesi Europei. L’opera vuole ritrarre il Mediterraneo, nel quale l’Italia ha un risalto particolare, e la superficie riflettente, immagino, assolve al ruolo di veicolo dell’interpretazione.
Il pubblico che assiste è fondamentale per l’artista, che ha coniato il neologismo di “demopratico”.
I coni di Michelangelo Pistoletti
Ho pensato che, fondendo il neologismo all’affermazione secondo la quale Pistoletto dichiara di non essere rivoluzionario, il processo artistico diventi irrilevante, in realtà. Mi spiego: se in un’orizzonte nel quale l’artista parla di sé, l’artista cita il processo creativo dell’opera, siamo di fronte al forte rischio, per lui/lei, di rivelarsi auto-referenziale. Cosa che va scongiurata con ogni mezzo, a meno che non si parli di personalità mitizzate e indiscusse per le quali la ricerca del motivo del consenso supera la critica d’arte in senso stretto.
Non è un’operazione concettuale che amo fare, ma diciamo che succede, e spesso.
Ma poi, l’artista nomina il pubblico.
Cosa dice
“Quasi tutte le rivoluzioni finiscono nel proprio farsi. Io lavoro solo sulle proposte. In una proposta la critica è implicita. Come artista bisogna realizzare l’opera in maniera compiuta, non solo sul piano dell’espressione personale, ma della creazione comune” dice Pistoletto, rivelando la liaison.
Tralasciando quella creazione comune, che credo si riferisca al rispetto di canoni stratificati, anche se non ne sono sicuro. “In una proposta la critica è implicita”. Qui sta il succo, la parte che ho trovato, se non rivoluzionaria, artisticamente e eticamente rilevante.Già nell’opera si realizza l’attenzione al pubblico. Nella mia considerazione iniziale, scioccamente, mi ero focalizzato sull’arte moderna e il suo creare opere con sforzi minimi, per veicolare massimamente. Qui si torna alla manifattura.
Grazie, Michelangelo Pistoletto. Vedremo cosa saprai regalarci.