Nessuno l’ha mai sentito nominare. Probabilmente più noto in fasce d’età più giovanili, il festival del cinema di Artekino è un’idea molto interessante avuta nel 2016.
L’unità europea
Ma cos’è Artekino? Un festival, e fin qui siamo d’accordo. Quel che raccoglie sono produzioni europee, che se non fosse per il festival non potrebbero avere la diffusione artistica che meritano.
L’idea da cui nasce il festival è quella dell’unità artistica. Come infatti distinguere tra i diversi nazionalismi un afflato unico, se non facendo conoscere le differenti culture e sottoculture europee?
La selezione
Sono dieci i film selezionati, nelle dieci lingue di inglese, francese, tedesco, ungherese, italiano, polacco, rumeno, spagnolo e ucraino. La selezione è a opera della giuria del festival, mentre la votazione del film dipende dagli utenti. E’ possibile guardare i film gratuitamente sul sito del festival e lasciare una votazione da 1 a 5, per vedere promossi i propri titoli preferiti.
Il vincitore
Il vincitore per quanto riguarda il voto popolare riceve l’European Audience Award, un premio in denaro per un massimo di 20mila euro. Non molto per il business dell’intrattenimento, ma una buona cifra per una produzione indipendente. Soprattutto se contiamo che l’obiettivo di questo denaro è garantire una diffusione più ampia possibile al film.
C’è anche il premio della giuria, composta da facce veramente giovani, tutte europee. Altri 10mila euro vanno per questo premio, con premiazione a Parigi, solitamente a gennaio.
Psychobitch
Il vincitore di quest’anno è il norvegese Psycobitch, del regista Martin Lund. Lo hanno definito “la versione norvegese di un film adolescenziale” (Fonte, il direttore di Arte France Cinema, Olivier Père), interessante proprio per quella fascia d’età che credo sia la destinataria ideale del festival.
Dopo l’Erasmus, una via “artistica”, finalmente, per cercare una via più persuasiva dei richiami nazionalistici e economici.