L’Histoire de ma vie di Casanova non fu un testo facile, quanto a tradizione letteraria. Forse ne parlerò meglio più avanti, a estate finita, chissà.
Però per ora vorrei soffermarmi sulle modifiche che al testo di questa poderosa autobiografia fece tale Laforgue, intellettuale francese rivoluzionario come vocazione e come rimaneggiamenti al testo del nostro dongiovanni preferito.
Le modifiche di Laforgue
Laforgue mise mano al testo casanoviano arrotondando qualche frase, correggendo qualche imprecisione, con risultato anche qui di togliere immediatezza la narrazione sovrapponendo forme ottocentesche a uno stile che con tutte le sue incertezze, i suoi italianismi e le sue approssimazioni mantiene il proprio carattere.
Uno stile meno immediato
Forse questa immediatezza è arrivata il Casanova dalle lettere di Francesca Boschini, la sua ultima amante veneziana, che in una serie di 38 missive tutte ritrovata a Dux in Boemia raccontano minutamente 7 anni di cronaca della città.
Queste lettere probabilmente dimostrarono la possibilità di un taglio espressivo che non sfuggì al vecchio letterato, esperto di ogni applicazione linguistica e desideroso di un contatto vivo con i suoi futuri lettori.
Quasi presago della malasorte che avrebbero avuto i suoi scritti, il Casanova aveva in un suo scritto proibito al futuro editore delle sue memorie di adottare le correzioni di “qualche costipato purista”. Insomma, anche qui ci vide molto lungo.