Tutto inizia con un libro di fantascienza, “Dune” di Frank Herbert.
Lungo, dalla trama sfilacciata ed estremamente pedante, secondo il mio punto di vista di lettore. Ma non importa la sua qualità, non importa che non abbia assorbito nulla dai maestri del genere, Verne, Shelley, Asimov, Huxley…
“Dune” diventa comunque uno dei libri di fantascienza più conosciuti e letti dai cultori del genere. Dopo il 1965, anno di uscita del romanzo, non si fa che parlare di Dune e dei presunti messaggi sociali che portava con sé.
Forse l’unico messaggio sociale veramente dirompente era che fosse lecito dedicare a un’opera di creatività tutta quella carta e quelle energie. Oppure che fosse tollerabile imperniare una storia fantastica su una sostanza psicotropa e su una visione vagamente ecologista.
La prima versione cinematografica di Alejandro Jodorowsky
È principalmente per via di questo milieu visionario che un regista arcinoto e visionario come Alejandro Jodorowsky si interessò a questa opera, anche se poi i limiti di budget delle case produttrici gli misero i bastoni tra le ruote e gli impedirono di proseguire e girare le scene.
Come emerge nel documentario “Dune di Alejandro Jodorowsky”, il suo intento non era tanto dare dignità cinematografica a un capolavoro letterario. Lo dico non per mia malizia: lo afferma Jodorowsky stesso, che il libro Dune non l’ha nemmeno letto, ma gli è stato consigliato.
Inoltre, un regista visionario come Jodorowsky non poteva che trarre le sue personalissime conclusioni sceniche da un’opera letteraria in cui si può dire tutto e non dire niente.
Ed ecco che assumono straordinaria importanza i disegni gotici del cattivo del libro, il capo degli Harkonnen. Fondamentali i bozzetti delle astronavi intergalattiche.
Il finale rivelatore
Allo stesso modo, la storia viene del tutto stravolta trasformando il giovane protagonista non più in un eroe d’avventura che si destreggia tra un pericolo e l’altro, ma in un fragile Messia, guarda caso Biondo, che muore seminando il proprio messaggio nell’universo.
Un’intenzione che c’era senz’altro nel romanzo originario, ma che Jodorowsky ha spinto oltre.
Se non capite nulla di questa breve sinossi, non pensate di chiarire le cose vedendo il documentario su “Dune” di Jodorowsky.
Nemmeno questo regista aveva ben chiara la trama, e tutto sommato non desiderava investire più di tanto in essa.
È proprio vedendo questo documentario, nel quale avrebbero dovuto presenziare Orson Welles, Dalì, Mick Jagger, i Pink Floyd, che mi è sorta la curiosità di vedere gli altri due prodotti cinematografici e di leggere il libro.
Ho scoperto che ne esistono anche due miniserie ma non ho ancora avuto tempo di capire come si possono recuperare.
Nella prossima puntata vi dirò le mie conclusioni.