Un’usanza pre-colombiana, secondo le ricostruzioni in nostro possesso: il Giorno dei Morti messicano è oramai un’attrazione turistica di scala mondiale, celebrata dai mezzi di comunicazione di massa con dovizia di speculazioni e particolari.
Piccola premessa: un’aspersione di “pop”
Alcune delle mie conoscenze più giovani mi dicono che anche la Disney ci si è messa in mezzo, celebrandolo con il film “Coco”. Interamente dedicato alla storia di un bambino messicano alle prese con un’avventura nel mondo dei morti, il film ha mostrato al mondo le vesti più popolari di questa usanza.
Salvo poi scoprire che il popolo messicano non era poi così tanto intento a tenere rispolverata la tradizione, o a darle la pregnanza che noi europei e mediorientali tendiamo a dare ai rituali monoteisti.
Come gli altri mille rituali di origine mesoamericana, il giorno dei morti era celebrato da poche famiglie. Il cartone della Disney è però servito a rispolverare i colori di questa usanza, e a lanciare la sfilata a Città del Messico, che si svolge a cavallo tra ottobre e novembre.
Questa premessa, per non cadere nel tranello del “tutto quello che viene sponsorizzato è popolare”.
Le maschere del giorno dei morti
Detto ciò, andrò a parlarvi delle maschere del giorno dei morti, che affollano non solo l’immaginario collettivo, ma anche, ultimamente, le sfilate, i santini, gli altari famigliari, le feste in maschera, insomma tutta quella riproduzione in manufatti della primigenia idea culturale.
Le prime due sono il catrìn e la catrina. Letteralmente significa “uomo elegante” e “donna elegante”, diciamo sinteticamente “damerini”, ma senza accezione negativa.
L’uomo è in smoking, con un cappello a cilindro, oppure con giacche quasi da ussaro, simili a certi costumi dei mariachi. Il cappello non può mancare.
La donna è vestita secondo la moda francese del tardo ‘800, in alcune versioni, in altre ha vestiti tradizionali messicani e fiori tra i capelli. Uno degli aspetti costumistici più imponenti è il largo cappello, che per noi occidentali assomiglia a quello “della siesta”.
La maschera
Sul viso, la maschera di un teschio, in messicano “la calavera“. Il teschio è solitamente dipinto modellando i lineamenti del volto, con inserti coloratissimi come puntini colorati, brillanti incollati, e fiori per le donne. Alcuni indossano una vera e propria maschera.
In generale, l’aspetto del teschio è quello più importante. Molti del “popolo” si vestono normalmente, indossando solo la maschera del teschio.