Si chiama Willis Tower Watson l’agenzia di consulenza che ha deciso di far luce sull’”average wage” dei giovani europei. Una tendenza italiana è quella di collocarsi nei sondaggi come fanalino di coda, e anche qui non contravveniamo alla tendenza: i giovani laureati italiani sono i meno pagati d’Europa.
Certo, lo studio considera le tasse e il costo della vita, parametri che possono essere liberamente interpretabili e declinabili: chi l’ha detto che devo vivere ai Navigli invece che in periferia di Varese, questa era un’obiezione che, benché di pochissimo conto, ha un certo senso fare. Ha senso, perché la minimum wage deve anche e necessariamente avere un impatto sullo stile di vita del Paese che consideriamo. Oltre che del Paese, anche delle diverse zone che lo compongono, periferie e contesti agresti e provinciali compresi.
Laureati giovani
Questa la conclusione dello studio, che viene riportato da Ansa.it senza grande approfondimento, ma anche questo report se vogliamo è indicativo. Che un’agenzia stampa ripubblichi del contenuto senza premurarsi di insistere troppo sulla fonte, questo è indice di una certa consapevolezza dell’impatto che l’argomento dell’articolo generalmente ha. La consapevolezza immagino che sia un cardine per chi lavora nel mondo di pubblicità e giornalismo, ma in realtà mi interrogo spesso sull’aspetto sommerso di questo ri-pubblicare, e credo che mi sia molto più utile chiedermi a chi si parla, quando si scrivono questi pezzi.
La notizia
Non vuole essere una novità, uno scoop o un reportage battagliero, certamente. Questo è chiaro, l’argomento “giovani laureati disoccupati” non si presta allo scoop, e l’articolista lo dichiara subito. Prima di smettere di leggermi, lasciatemi giustificare: non sto facendo dell’analisi testuale, né di marketing. Non vorrei annoiarvi lanciandovi brioches mentre voi state ricercando il senso di questa notizia, la profonda (probabile) radice culturale del perché i nostri cicli di studio conducano a una retribuzione così bassa. Ecco, però pensare che qualcuno legga la notizia e ne risulti interessato, questo mi colpisce. Ma che notizia è, data così? Abbiamo un Istituto di Ricerca e Statistica che è un’eccellenza, e andiamo a sbirciare in un’agenzia di rating?