Fu Leopold, il padre di Mozart, a diffondere per primo l’accusa di plagio.
Accusa di plagio
Una condanna che ha accompagnato la fama di Salieri, potrebbe pensare qualche giustizialista facile agli scompensi etici. Ma facciamo un po’ di chiarezza storica: in realtà una deriva simile non è stata ripresa da altri che Puskin, nella sua pièce poi musicata.
E, dopo di lui, il film Amadeus di Milos Forman ha contribuito a dare un volto a nomi che popolarmente sono sempre troppo poco conosciuti.
Una sentenza precoce
La sentenza a Salieri non è suffragata da nessuna lettera del giovane Mozart. Anzi, questi parla della prima del Flauto Magico, alla uale arrivò anche Salieri, che è descritto come persona urbana e di grande e genuina gentilezza.
In più non va dimenticato che Mozart stesso, di sei anni circa più giovane del maestro italiano, diresse anche sue composizioni direttamente per il teatro imperiale.
Nulla di cui stupirsi, se pensiamo che già le storie poco conosciute tendono a essere romanzate. Ma nell’ambito musicale, ancora devo capire per quale motivo, le sentenze precoci come questa, a Salieri, sono nette.
Come se fosse una necessità dare un volto narrativo a una materia, come la musica, è molto difficile da narrare se non per i veri esperti.
Una sentenza non definitiva
Tuttavia, noto con una semplice ricerca web che le smentite degli esperti e dei meno esperti affiorano da ogni angolo. Mi viene da pensare che in fondo l’affetto che si prova per Mozart sia in qualche modo compensato dal patriottismo per il maestro Salieri, italiano a corte austriaca. Se del primo non si può non provare pietà, per la cieca povertà che lo colse, e per la morta decisamente prematura, nemmeno del secondo è possibile ignorare il genio.
Erano entrambi grandi compositori, e sono convinto che lo sappia anche chi ama romanzare.