Non c’è giorno migliore per parlarne. Non amo inserirmi in dibattiti troppo divisivi, quindi vorrei toccare l’argomento del giorno con tutta la delicatezza possibile.
Parliamo di una persona, Silvio Berlusconi, che ha rivoluzionato la televisione italiana, e vorrei molto banalmente elencare come.
La nascita della televisione italiana
Nel 1954, anno di nascita della RAI, i contenuti televisivi erano limitati a poche ore al giorno e consistevano principalmente in notiziari, programmi culturali e spettacoli di varietà.
L’era d’oro della televisione in bianco e nero sono gli anni ’60 e ’70. Il piccolo schermo ci regala programmi iconici come “Carosello”, “Canzonissima” e “Domenica in” mettevano in mostra il ricco patrimonio musicale italiano e riunivano le famiglie davanti alla TV.
L’emergere della televisione a colori
Come alcuni si ricordano, era il 1977, e fu un giusto preludio agli anni ’80 e alla nascita dei canali commerciali. Canali come Mediaset e La7 sono emersi come alternative alla RAI, offrendo spettacoli innovativi, contenuti internazionali e ampliando le scelte a disposizione degli spettatori.
Inizia a cambiare non solo il tipo di pubblico della televisione, ma anche comprensibilmente si riesce a intuire il suo potere pubblicitario, e non solo di propaganda nel senso più tradizionale del termine.
L’ultimo passaggio, la fine dei segnali analogici, che hanno oggi lasciato il posto alla trasmissione digitale.
Dal punto di vista del costume intanto la rivoluzione degli anni ’80 conduce ai reality e a una nuova apertura verso format internazionali.
Lo streaming
Con l’avvento di piattaforme di streaming come Netflix, Amazon Prime Video e Disney+, la maniera di fruire la televisione, soprattutto per i più giovani, è definitivamente cambiata. Il passaggio alla visione on-demand ha rivoluzionato il panorama televisivo, consentendo agli spettatori di personalizzare la propria esperienza di intrattenimento, e in sostanza di guidare in modo più univoco le scelte di programmazione.