Quando troviamo la magia nella sua forma più pura e genuina sembra sempre che si parta dal presupposto che in natura a un evento ne segue necessariamente invariabilmente un altro senza alcun intervento soprannaturale o individuale.
In questo caso, la magia costituisce un concetto identico a quello della Scienza moderna. Alla base dell’intero sistema c’è la fede, implicita e incrollabile, nell’ordine e nell’uniformità della natura.
Il mago è fermamente convinto che le stesse cause produrranno sempre gli stessi effetti. La celebrazione dell’uccisione cerimoniale accompagnato dagli opportuni scongiuri seguirà inevitabilmente al risultato voluto, a meno che gli incantesimi del mago suddetto non vengano vanificati da quelli di un altro stregone più potente di lui.
Il mago che invoca potenze superiori a non manifestarsi come entità volubile e capricciosa non ha un potere illimitato, per nulla.
Può farne uso solo attenendosi strettamente alle regole della sua arte o quella che potremmo definire le leggi della natura così come egli le conosce. Trascurare queste regole può infrangerle in una modalità che significa fallimento. Una modalità sbagliata può anche esporre il mago poco abile a un serio pericolo, se egli rivendica la sovranità sulla natura; si tratta di una sovranità costituzionale rigorosamente limitata dal proprio raggio d’azione esercitato in maniera esattamente conforme all’Antica Tradizione.
Esiste quindi una stretta correlazione tra concezioni magiche e concezioni scientifiche del mondo. Entrambe presuppongono una successione perfetta e la ricerca di eventi determinati da leggi immutabili, che per le persone sono prevedibili e calcolabili con precisione.
Il Capriccio, il caso, l’incidente, sono elementi estranei al corso della natura. Il desiderio di conoscere la causa delle cose può far scattare la molla segreta che mette in movimento il vasto e complesso meccanismo del mondo.
Ecco perché scienza e magia esercitano entrambe una fortissima attrazione solamente o meglio. La tecnica fatale della Magia consiste non nella aprioristica supposizione di una sequenza di azioni che terminano in legge, bensì nella sua concezione, sbagliata, della funzionalità del meccanismo per ottenere il risultato desiderato.
È curioso però pensare come principi associativi, se bene applicati, diano origine alla scienza. L’uomo è sempre andato alla ricerca di regole generali per modificare l’ordine dei fenomeni naturali a proprio vantaggio, fin dall’antichità. Ha collezionato alcune regole, valide o magiche che siano.