Di teorie fantasiose per spiegare i fenomeni fisici ce ne sono state molte. Una che mi colpì particolarmente fu quella del flogisto.
La domanda alla base del fenomeno è: cosa provoca il calore? Qual è la sua forma fisica? È forma o è sostanza?
Da dove arriva il concetto di flogisto
Il flogisto è un concetto storico nella chimica che si riferisce a una sostanza che si pensava fosse rilasciata durante la combustione. La teoria del flogisto fu sviluppata nel XVII secolo da Johann Joachim Becher e più tardi elaborata da Georg Ernst Stahl.
Secondo questa teoria, tutti i materiali combustibili contenevano un elemento senza colore, odore o sapore, chiamato “flogisto”, che veniva rilasciato durante la combustione.
I fenomeni a cui applicarla erano molti.
Ad esempio, si pensava di avere spiegato perché alcuni materiali, quando bruciati, lasciavano dietro una cenere molto più leggera dell’originale materiale.
Quale miglior spiegazione se non la perdita del flogisto?
Inoltre, la teoria spiegava perché l’aria era necessaria per la combustione e perché alcuni metalli, una volta riscaldati, aumentavano di peso (ovviamente, assorbivano flogisto dall’aria).
Le prime crepe
Il flogisto è stato tra le prime vittime del progresso scientifico nella chimica.
Uno dei principali problemi di questa teoria era l’aumento di peso dei metalli dopo la combustione, che contraddiceva l’idea che il flogisto avesse una massa. Questo mistero fu risolto da Antoine-Laurent de Lavoisier nel tardo XVIII secolo. Lavoisier dimostrò che la combustione era in realtà il risultato della reazione con un gas, che più tardi fu identificato come ossigeno, e non il rilascio di flogisto.
Per la teoria del flogisto questo fu il colpo di grazia.
Per la nascita della chimica moderna, il calcio d’avvio.
Perché, anche se errata, era una teoria importante
Nonostante fosse errata, la teoria del flogisto è importante nella storia della scienza per il modo in cui ha stimolato il dibattito e la ricerca. Ha rimescolato le carte e ci ha insegnato a mettere in discussione le verità assodate, all’arrivo di nuovi elementi per formularne altre.