Rubare l’arte a un popolo. Quanto nella cultura popolare si sente l’appartenenza nazionalista, qualora si parla di opere d’arte trafugate. Vedo attorno a me impeti di riappropriazione che ben poco si adeguano a certe cariche professionali. Non facciamo nomi, per correttezza, ma devo dire che parlare ancora della Monna Lisa di Da Vinci come di un’opera “italiana” mi lascia a dir poco perplesso.
Stavo guardando un documentario di Sky Arte sui sequestri d’opere d’arte comminati ai nazisti. L’incipit vede qualche parola da parte di Walter Hofer, il mercante d’arte personale di Goring e di Hitler. Dal febbraio del ’44 Hofer prese interamente in mano la cura e la gestione della galleria d’arte personale dei due gerarchi, ricavandone in cambio la possibilità di tenere per sé quello che veniva da loro scartato.
La collezione consta di 1376 dipinti, 250 sculture, 168 arazzi. Abbiamo dei filmini che ritraggono Hofer durante un’intervista post-1945, con il generale Hinkel, dove dichiara qual era il proprio compenso e dimostra la massima collaborazione per ricostruire la provenienza delle opere, nonché catalogarle, e ritrovare quelle disperse.
Alla domanda sulla provenienza dei fondi, Hofer non sa che rispondere. Come tutte le ri-appropriazioni culturali, ai nazionalisti contemporanei questo dettaglio immagino che stia molto a cuore, perché in caso di utilizzo di fondi statali si tratterebbe di vera e propria appropriazione culturale.
Ci fu comunque un esercito di curatori, critici, storici, artisti che misero al soldo dei nazisti il loro talento. 600mila circa le opere sottratte in totale, e di compensi per questi lavoratori nel documentario di Sky Arte non se ne parla chiaramente. Si può comunque immaginare che, come Hofer, questa truppa ricevesse gratificazioni assai personali, come l’accesso esclusivo ai fondi sequestrati a chiese, musei, famiglie ebree e quant’altro. Fondi ai quali normalmente non avrebbero mai potuto aspirare, ovviamente.
Ora vengo al punto del mio intervento: nel documentario di Sky Arte si attribuisce questo furto sistematico a un vero e proprio annientamento culturale.