Nel 1939 la 24enne Billie Holiday, regina del blues e del Jazz, chiudeva i suoi concerti al Cafè Society nel Greenwich Village di New York con una canzone dalla carica politica e umana incredibile: Strange Fruits.
Solo due anni prima il Senato americano aveva avanzato una proposta di legge per l’abolizione del linciaggio degli afroamericani.
Sicuramente una correlazione quantomeno di Zeitgeist sussiste tra questi due eventi, anche se il poeta Abel Meeropol non sappiamo quanto seriamente avesse pronosticato di diventare uno dei simboli per eccellenza della battaglia contro il suprematismo bianco.
La storia
Nulla poteva fermare la popolarità crescente e le straordinarie sensazioni che Billie Holiday riusciva a suscitare nelle platee, se non il lavorio di Harry Anslinger, noto per le sue tendenze razziste, al quale non è rimasto altro da fare per bloccare il diffondersi di questo pericoloso sentimento rivoluzionario che non incastrare Billie Holiday con i traffici di droga.
È di questo che parla “Gli Stati Uniti contro Billie Holiday”, il film biografico che segue un percorso di andirivieni temporali e con un ottimo ritmo in cui Lee Daniels mescola le fast motion delle comiche, il road movie, e condisce ovviamente il tutto di una patina drammatica.
Sappiamo che il rischio, sia per il genere biografico sia per la figura a dir poco travagliata della protagonista, è quello di cadere nel martirio, cosa da cui Daniels riesce a smarcarsi fin da subito.
La Billie Holiday non-martire
Billie Holiday è capricciosa, primadonna, traditrice. Dopo “Monster Ball”, “Precious” e “the Butler – un maggiordomo alla Casa Bianca”, anche qui Daniels combatte una battaglia che è prima di tutto ideologica ma che non rinuncia alla migliore regia e a un ritmo molto coinvolgente. Nei panni di Billie Holiday abbiamo la bravissima e carismatica Andra Day, che con questa interpretazione ha vinto un Golden Globe e una nomination all’Oscar.
Day è molto sfaccettata nel restituirci gli alti e bassi e i giochetti manipolatori di questa donna straordinaria, che fu grande artista, tossicodipendente e anche figura di riferimento – e non solo per Strange Fruits.
Alla fine del film verrà restituita la cornice storica della vicenda e si parlerà dell’esito che ebbe la proposta di legge per abolire il linciaggio.