Oggi voglio parlarvi di due filosofi che hanno rivoluzionato il nostro modo di vedere la scienza: Thomas Kuhn e Karl Popper. Le loro idee hanno plasmato profondamente la filosofia della scienza del XX secolo, ma da angolazioni molto diverse.
Thomas Kuhn è famoso per il suo libro “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” pubblicato nel 1962. In questo libro, Kuhn introduce il concetto di “paradigma”.
Cos’è il paradigma
Un paradigma è un insieme di pratiche, teorie e standard che una comunità scientifica condivide e utilizza per condurre la ricerca. Durante il periodo della cosiddetta “scienza normale”, gli scienziati lavorano all’interno di questo quadro, risolvendo problemi specifici e affinando i dettagli.
Quando però emergono nuove anomalie che il paradigma esistente non riesce a spiegare, si entra in una fase di crisi. È qui che avvengono le rivoluzioni scientifiche. Un nuovo paradigma emerge e sostituisce quello vecchio, portando a un cambiamento radicale nella visione scientifica del mondo. Kuhn sostiene che questi paradigmi sono “incommensurabili”, il che significa che non possono essere facilmente confrontati o misurati con un unico standard. Non si tratta semplicemente di migliorare il vecchio paradigma, ma di cambiarlo completamente, un po’ come passare da vedere il mondo in bianco e nero a vederlo a colori.
La falsificabilità
Dall’altra parte abbiamo Karl Popper, che ha scritto “Logica della scoperta scientifica” nel 1934. Popper si concentra su come distinguere la scienza dalla non-scienza. Per lui, una teoria scientifica deve essere falsificabile, ovvero deve essere possibile concepire un esperimento o un’osservazione che possa dimostrarla falsa. Popper vede la scienza come un processo di “congetture e confutazioni”. Gli scienziati formulano ipotesi e le mettono alla prova. Se un’ipotesi viene confutata, viene scartata o modificata. Questo processo continuo e iterativo porta alla crescita della conoscenza scientifica.
Popper è famoso per aver rifiutato l’idea che le teorie scientifiche possano essere verificate definitivamente. Possono solo essere corroborate temporaneamente o falsificate. Quindi, per lui, il progresso scientifico è un processo lineare e cumulativo di congetture e confutazioni, dove le teorie vengono continuamente testate e migliorate.
Kuhn e Popper offrono visioni molto diverse del progresso scientifico. Per Popper, il progresso è un accumulo continuo e lineare di conoscenze attraverso la falsificazione delle teorie. Per Kuhn, invece, il progresso avviene attraverso salti rivoluzionari e cambiamenti di paradigma. La scienza non progredisce semplicemente accumulando conoscenze, ma cambia radicalmente il modo in cui comprendiamo il mondo.
Queste differenze si riflettono anche nel loro approccio alla falsificabilità e ai paradigmi. Popper crede che le teorie scientifiche possano essere confrontate e valutate oggettivamente attraverso esperimenti che possono confutarle. Kuhn, invece, vede i paradigmi come incommensurabili: ogni nuovo paradigma cambia le basi stesse della valutazione scientifica e della comprensione del mondo.
Alla fine, le teorie di Kuhn e Popper ci offrono modi diversi di guardare alla scienza e al suo progresso. Popper ci insegna l’importanza della falsificabilità e del rigore scientifico, mentre Kuhn ci ricorda che a volte il vero progresso arriva attraverso cambiamenti rivoluzionari e nuovi modi di vedere il mondo. Entrambe queste prospettive continuano a essere un caposaldo per chiunque sia interessato alla filosofia della scienza.