Imparare i volti a memoria è condizione necessaria per un pittore ritrattista, come anche per un uomo di mondo che si ritrova a riconoscere centinaia di diverse personalità che possono tornargli utili in qualsiasi veste, ma anche e soprattutto in quella di committente.
Imparare i volti a memoria
Ma si sa, la memoria è concepita da noi moderni come supplente della tecnologia. Insomma, siamo così abituati a venire assistiti dalla tecnologia nei nostri bisogni di informazioni, che non intendiamo più la memoria come condizione necessaria per una mente capace e allenata. Ho tratto un brano dal Trattato della pittura di Leonardo da Vinci. Qui il genio rinascimentale parla delle tecniche per meglio imprimere nella mente i volti, guardandoli poche volte, in modo da replicarli fedelmente.
Se tu vuoi avere facilità nel tenerti a mente un’aria d’un volto, impara prima a mente di molte teste, occhi, nasi, bocche, menti, gole, colli e spalle. Poniamo caso, i nasi sono di dieci ragioni: dritto, gobbo, cavo, col rilievo piú su o piú giú, che il mezzo, aquilino, pari, simo, tondo ed acuto: questi sono buoni in quanto al profilo. In faccia i nasi sono di undici ragioni: eguale, grosso in mezzo, sottile in mezzo, la punta grossa e sottile nell’appiccatura, sottile nella punta e grosso nell’appiccatura, di larghe narici e di strette, di alte e di basse, di buchi scoperti e di buchi occupati dalla punta. E cosí troverai diversità nelle altre particole, le quali cose tu dêi ritrarre di naturale e metterle a mente; ovvero, quando hai a fare un volto a mente, porta teco un piccolo libretto dove sieno notate simili fazioni, e quando hai dato un’occhiata al volto della persona che vuoi ritrarre, guarderai poi in parte qual naso o bocca se gli assomigli, e gli farai un piccol segno per riconoscerlo poi a casa e metterlo insieme. De’ visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente.
La parte precedente a questa del trattato della pittura vede Leonardo dilungarsi sulle effigi, che ritraggono uomini e done di profilo.
Gli algoritmi della face recognition, non sono forse una riproposizione in chiave matematica delle tecniche sopra riportate?