Apre in via ufficiale la mostra ‘Il Papa Guerriero Giuliano della Rovere e gli uomini d’arme di Anghiari’, ospitata fino al 25 settembre al Museo della Battaglia di Anghiari.
La mostra si deve considerare come un continuum con quella dello scorso anno all’interno del contesto molto prolifico di Terre degli Uffizi.
Giulio II, un personaggio da riscoprire
Del “papa guerriero” abbiamo tutti più o meno memoria, ma quel che è più interessante di lui, oltre alla vena bellicosa, sono senz’altro le relazioni fitte e numerose che sapeva intrecciare attorno a sé. Un uomo di palazzo ma anche d’azione, un “networker”, come si direbbe oggi.
Giuliano della Rovere nell’ottobre del 1476 venne infatti ospitato da tale Mazzone di Gregorio, un uomo d’armi di Anghiari. La famiglia di quest’ultimo era molto in vista nel territorio, considerando ad esempio che aveva accolto Federico da Montefeltro da Urbino nella propria corte, in occasione di una loro visita ad Anghiari.
Andò bene a Mazzone, che entrò nella cerchia familiare del futuro Papa e fu anche esentato da tutte le gabelle e dazi doganali per le proprie merci.
È proprio il ritratto di Giulio II – il Giulio Romano dell’originale arcinoto raffaellesco – a campeggiare come grande protagonista della mostra. Un prestito degli Uffizi, “gemello” della copia di Tiziano a Palazzo Pitti a Firenze, di quell alla Galleria Borghese di Roma e infine della tela allo Städel Museum di Francoforte.
La barba e i francesi
Uomo di polso, assai volitivo, Giulio II aveva giurato di farsi crescere la barba fino a quando i francesi non fossero stati sconfitti. Anche per questo motivo i tratti del Papa appaiono così scavati, quasi emaciati: era un periodo di digiuni e privazioni, almeno, pubbliche, a testimoniare il profondissimo attaccamento del sovrano alla propria terra.
Alla mostra si aggiungono due opere di Antonio Tempesta tra cui l’incisione di Gérard Edelinck nel Museo della Battaglia e di Anghiari, tratta dal cartone leonardesco per Palazzo Vecchio.