Una vergogna, non se ne può dire altro. Che debba arrivare un pittore privato, il livornese Carlo Pepi, a notare che 20 su 21 dei quadri esposti da luglio a Palazzo Ducale a Genova sono falsi, è di una gravità inaudita.
Per Palazzo Ducale, il danno di immagine rientrerà con grande difficoltà
Non possiedo le competenze per etichettare veri e falsi, soprattutto pittorici, quindi mi limiterò a un commento (per così dire) politico. Lo stesso pittore aveva tacciato di “porcherie” le teste di Modì esposte a Livorno. “Porcherie”, le aveva chiamate, unendo l’indignazione contro il falsario a quella contro gli esperti attestatori del museo.
Fatto sta che l’arte contemporanea gronda di falsi, di rivendicazioni di veridicità, di ritrovamenti sempre meno realistici di presunte attestazioni scritte di opere magari inesistenti.
Forse il contemporaneo è più immediato da falsificare? Forse, piuttosto, i falsi Modigliani provano che c’è un interesse su un autore, al quale d’ora in poi sarà necessario prestare maggiore attenzione.