Mi ero già chiesto se potessimo definire l’ebook come condannato a priori dai letterati e dai lettori italiani.
Nel mio ambiente, è abbastanza osteggiato, ma vedo da recenti statistiche che i giovani tra i 25 e i 35 anni ne sono quasi voraci lettori.
Ma al di là del dibattito nel merito: al Salone del Libro di Torino, Giacomo Bruno, presidente di Bruno Editore, sostiene che i problema del momento sia che non si “stampano” abbastanza e-book.
Ebook scarsi
La Bruno Editore ha in effetti abbastanza voce in capitolo, in questa partita: sono stati tra le prime case editrici a portare gli ebook in Italia, e oggi segnano i 2.400.000 di download, per i loro 19 anni di attività. Alcuni dei loro libri hanno acquisito una notevole fama online, quindi è comprensibile come – per loro – la mentalità del libro-oggetto possa non essere la privilegiata.
Quel che dice Giacomo Bruno all’Ansa è in realtà una critica al concetto stesso che muove la macchina di una fiera del libro. Sostiene che troppo spesso queste siano diventate dei mercatini in cui gli editori acquisiscono uan momentanea visibilità.
Parla però del Salone del Libro di Torino come ideale palestra dell’innovazione dell’editoria in Italia. E qui, scusatemi, ma mi cominciano a prudere le orecchie.
Innovazione dell’editoria in Italia?
L’innovazione dell’editoria in Italia deve essere necessariamente legata a una forma? Sono consapevole del fatto che una cultura più inclusiva sarebbe l’antidoto a molti mali del giorno. Però, davvero l’innovazione che vogliamo promuovere è quella tecnologica?
Non sarebbe più sensato investire sulla migliore qualità possibile dei contenuti, e POI portare alto lo stendardo dell’innovazione tecnologica?
Non sto dicendo che la Bruno Editore già non lo faccia, sia chiaro. Anzi, sono colpito dalla grande varietà che riescono ad avere. Non ho idea di come si programmi un ebook, ma immagino richieda delle competenze specifiche, che non è facile trovare all’interno del mercato editoriale.
Quindi, tanto di cappello. Però, per favore, lasciamo perdere questa innovazione. Non è di questo che abbiamo bisogno, soprattutto in questo momento.