Abituati a concepirlo come una naturale evoluzione della skené greca, spesso ci dimentichiamo di cosa è successo nel mentre. Vorrei raccontare, molto umilmente e in non più di due puntate, la storia del palcoscenico.
Vedremo insieme i passaggi storici fondamentali di questa evoluzione e cercheremo di capire quali sono state anche le innovazioni tecnologiche sottostanti.
La storia del palcoscenico
Il palcoscenico è una parte essenziale delle rappresentazioni teatrali, in quanto funge da piattaforma centrale per gli attori che si esibiscono e raccontano le loro storie. Nel corso dei secoli, i palcoscenici si sono evoluti da semplici piattaforme rialzate a strutture intricate ed elaborate in grado di trasformare uno spazio di rappresentazione e di trasportare il pubblico in mondi diversi. Questo articolo esplorerà la storia e l’evoluzione del palcoscenico nei teatri.
I primi palcoscenici conosciuti risalgono al teatro greco classico, dove le opere teatrali venivano rappresentate in teatri all’aperto con una semplice piattaforma rialzata chiamata orchestra. L’orchestra era circolare e circondata da posti a sedere per il pubblico. Gli attori si esibivano sull’orchestra e i loro movimenti erano coreografati per completare la forma circolare del palcoscenico. Il fondale era spesso un semplice muro e gli oggetti di scena e i costumi erano minimali.
Dalla Grecia all’Europa medievale
Nell’Europa medievale gli spettacoli teatrali si spostarono al chiuso e i palcoscenici divennero più elaborati. Il tipo di palcoscenico più comune era quello di spinta, che si proiettava verso il pubblico e consentiva un’interazione più stretta tra attori e spettatori. Il palcoscenico era spesso rialzato e circondato da posti a sedere su tre lati, creando un’atmosfera intima. Questo stile di palcoscenico era popolare in epoca elisabettiana ed è ancora utilizzato nei teatri moderni.
Non si può non parlare dell’evoluzione che il palcoscenico, e il teatro in generale, ha visto durante il Rinascimento.
Ma visto che non voglio mettere troppa carne al fuoco, ne parlo nella prossima puntata.
(Continua)