Sulla stessa linea delle considerazioni fatte dal mio amico musicologo (che convenzionalmente è stato ribattezzato “F”), si colloca la mia scelta delle colonne sonore migliori. Migliori secondo lui.
Gli antipodi
Per chiarire l’esempio, non essendo né io né lui brillanti per cinefilia, abbiamo scelto due antipodi: Ennio Morricone da un lato, gli accompagnatori musicali spesso ignoti dei film muti, dall’altro. E ci metterei anche un compositore contemporaneo, che spopola nelle produzioni holliwoodiane ma non solo, Philip Glass. Tre antipodi non sono filosoficamente correttissimi, ma poi se ne intuirà il fil rouge.
Il processo del film muto era semplice: nel caso di fonografi registrati e fatti partire in sala, la relazione tra la musica e il film era pressoché nulla. Il disco in vinile veniva ovviamente fatto partire in contemporanea alla pellicola, ma la relazione tra i due fili narrativi era nulla: immaginiamoci di essere stati in sala, è chiaro che vedere una scena di forte suspence con una melodia di ritornello non è proprio quello a cui siamo abituati oggi. Come nelle forme d’arte in generale, la mediazione che si attua tra fruitore, mimesi e mezzo utilizzato consentiva di soprassedere su una correlazione che oggi giudichiamo imprescindibile.
Un po’ più invasive
Se pensiamo ad esempio all’ouverture della Gazza Ladra di Rossini sulle nefandezze dei soci di Arancia Meccanica di Kubrik, dobbiamo considerare che essa sia pur sempre associata a un’azione. Molto più della musica elettronica o tuonante alla Wagner. Sto pensando a Operazione Valchiria, un po’ più recente ma altrettanto celebre, anche all’interpretazione di un ottimo Tom Cruise. Lo Spannung della cospirazione non riuscita è accompagnato indelebilmente dal Walkürenritt, che tuona e risuona e accompagna l’azione.
Infine Morricone
Senza uscire dallo schema che abbiamo configurato, pensiamo a come il genio, tutto italiano, di Morricone, corrisponda più a questa linea di pensiero. Il filo narrativo scorre con una sua autonomia, ma la colonna sonora, comunque preponderante nell’attenzione del pubblico, lo accompagna senza sconti e senza troppa modestia. Il mio orecchio melodico, dice F, trova due linee narrative, che il mio cervello probabilmente fa compenetrare per simulare il coinvolgimento.