Il castello Sforzesco di Milano è molte cose.
La mostra al castello sforzesco
La mostra, a cura di Antonio Mazzotta e Claudio Salsi, con la collaborazione di Agostino Allegri e Giovanna Mori, propone una raccolta di ventiquattro opere d’arte, tra sculture, dipinti, disegni, incisioni e miniature, provenienti da importanti istituzioni internazionali, come il Musée du Louvre, il British Museum, il Victoria and Albert Museum e la Liebieghaus di Francoforte sul Meno; oltre che da rilevanti istituzioni italiane e milanesi quali la Biblioteca Trivulziana e il Museo Poldi Pezzoli.
Sono presenti opere di grandi artisti italiani quali Cosmé Tura, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti, Giovanni Bellini, Perugino e, per la prima volta, è esposta al pubblico la Pietà di Vittore Carpaccio, oggi in collezione privata.
Così recita il sito di promozione turistica creato ad hoc, e penso che come promozione non possa che essere considerata esaustiva.
Citare i nomi grandi è sempre una garanzia, quando ci si rivolge a un pubblico che probabilmente ha mire generaliste, ma che desidera anche essere reso partecipe di una gloria museale, di un’eccellenza.
Perché diciamolo, difficile capire il target di persone che si reca in media la castello sforzesco.
Escludendo scolaresche e frequentatori seriali di musei, come le guide turistiche e gli insegnanti di storia dell’arte, o anche gli appassionati cronici (tra i quali mi sento per certi versi di rientrare).
La storia del Vesperbild
Il percorso espositivo, progettato da Andrea Perin, è articolato in tre sezioni e intende raccontare la storia del Vesperbild attraverso quasi due secoli, dalle sculture lignee della valle del Reno all’inizio del Trecento fino alla Pietà vaticana di Michelangelo (1497-1499): un’interpretazione del Vesperbild in grado di segnare in modo determinante le declinazioni future del tema iconografico, a cui i posteri faranno riferimento in modo assoluto, nei caratteri e nelle fattezze.
Ecco, la mia esposizione semplice è in realtà omaggio propedeutico alla mia visita, e quindi mi riservo di godermi appieno questa esperienza, magari alla prossima giornata di sole.