L’hanno chiamato stile floreale e Liberty per i leggeri argigogoli botanici, che ricordano il rococò ma si richiudono solitamente sulle due dimensioni. Non so per quale motivo certo liberty mi facesse ricorrere alla memoria l’arte cicladica, come anche Santa Maria Novella e Santa Maria del Fiore Firenze, la prima volta che le vidi. Forse, la ricorrenza del policromo, la nettezza del tratto e l’importanza della linea e del colore netti.
Art Nouveau, o Liberty, è il movimento artistico che arrivò nella capitale ambrosiana a cavallo tra l’800 e il 900.
Palazzo Galimberti ne è un didascalico esempio. Uno zoccolo in cemento serviva, pragmaticamente, a dividere l’abitazione dall’umidità della terra. La pietra utilizzata è poco costosa e dal colore non troppo incisivo.
Non per niente i Galimberti erano impresari edili, e ben conoscevano le voci di risparmio dell’edilizia, e insieme le nuove mode che andavano emergendo nell’Europa belga e francese. Così piastrellarono di ceramica la facciata dell’edificio in via Malpighi 3, e lo dotarono di nudi femminili e maschili al pianterreno, balconcini in cemento e ferra battuto al primo piano, sormontati da decorazioni di vegetazione lussureggiante e insieme simbolica.
Certo, parlare di simbologia nel Liberty immagino sia come fare l’esegesi di una poesia di Scialoja. Con rispetto parlando.
Comunque, il referente di quelle immagini non è, evidentemente, il realismo dell’ambiente naturale, non è nemmeno lontanamente mimetico della natura. Che non aspirasse al realismo o al verismo era abbastanza ovvio, tuttavia questo ritorno alla simbologia delle decorazioni arcaiche ci lascia intravedere un ritorno circolare alla schiettezza della linea, quella stessa delle statuine cicladiche. La linea sola è portatrice di forma, e questo rende l’arte liberty e gran parte del design contemporaneo molto appetibile alle grandi masse.
La linea è riproducibile. La semplificazione della forma è giocosità e risparmio allegorico, ma anche immaginetta votiva, a mio parere. Come la madonnina al crocicchio, un velo in testa e una croce sono sufficienti a connotare un’immagine stratificatasi in secoli di cultura popolare e iconografica.
Qui, bastano due petali, una veste discinta, i capelli a caschetto.