Oltre al caso archetipico di Proust, ci sono anche molti esempi di errori di calcolo degli editori che coinvolgono dei best seller molto noti e di successo.
Il maghetto occhialuto
Ad esempio il libro per ragazzi “Harry Potter e la pietra filosofale”, che oggi ha venduto oltre le 500 milioni di copie ha avuto un adattamento hollywoodiano, non ebbe una gestazione facile. Almeno, per quanto riguarda la parte editoriale.
Il primo libro è stato rifiutato da ben dodici editori, tra cui alcuni grandi come Penguin e HarperCollins.
Dopo aver ricevuto un rifiuto dopo l’altro e sull’orlo della disperazione, finalmente nel 1996 Barry Cunningham, responsabile della piccola casa editrice Bloomsbury Publishing, le disse che erano interessati a pubblicare il suo libro. Cunningham aveva deciso di dare una possibilità a Harry Potter grazie alla sua giovane figlia di otto anni, che aveva letto il manoscritto e aveva chiesto al padre di procurarle urgentemente il seguito.
Stephen King prima dell’investitura
Ma anche l’ormai rodato Stephen King ha subito qualche rigetto, prima di diventare la novel-star che è oggi.
Lo scrittore americano ha appeso alle pareti del suo studio decine di lettere di rifiuto per “Carrie”, il suo primo romanzo. Anche Stephen King, come la Rowling, era in difficoltà economiche. Mentre modificava gli ultimi capitoli di Carrie, sentì che il romanzo non gli piaceva e non poteva essere venduto, così lo buttò via, ma sua moglie lo recuperò e lo convinse a finirlo. Il libro è stato rifiutato da 30 editori.
King consegnò infine il manoscritto a un amico che lavorava presso la Doubleday Publishers, che alla fine lo accettò. La prima tiratura, nel 1974, fu di 30.000 copie. L’anno successivo ha superato il milione di copie, poi è stato trasformato in un film e le vendite non hanno più smesso di crescere.