Un esempio notevole di arte bizantina in piena terra sicula, questo è la cattedrale di Monreale, un gioiello per tutti gli appassionati di storia dell’arte, ma anche di compenetrazione tra diverse culture.
L’impianto e gli interni della cattedrale di Monreale
Un capolavoro all’esterno, con la pianta basilicale centrale di modello francescano, con la particolarità locale dei marmi policromi ad arricchirne l’impatto sul paesaggio circostante.
Entrando dall’entrata laterale se ne ammira immediatamente la sobrietà, data dallo slancio verticale dei marmi chiari, solo moderatamente inframezzati da quelle che sembrano metope mosaicate.
Queste strisce di mosaico autentico salgono fino a pochi metri sotto la prima volta, dove inizia a dipanarsi a meraviglia: ricchi mosaici dorati punteggiano la parte superiore delle pareti laterali e il soffitto con storie dalla via crucis e dalle vite dei santi.
Entrando oltre il primo colonnato, ecco che intravediamo il Cristo Pantocratore, nella sua versione più severa rispetto all’omologo del duomo di Cefalù.
Sobrietà e maestosità in un solo luogo
Quello che più colpisce di questa cattedrale è la sobria maestosità, data dall’insolita combinazione tra murate chiare e mosaici apicali, che intersecano delle narrazioni bibliche sui lati, ed esplodono in raffigurazioni statiche sul soffitto.
Il contenuto dei mosaici è pure particolare. Ci sono sì delle scene narrative su tutta la striscia che percorre la parte alta dei muri, ma come sempre accade quando la rappresentazione delle figure sacre è uniformata, abbiamo l’impressione di essere in un Pantheon.
In fondo, il Cristo Pantocratore rappresenta pur sempre l’illustrazione di una cosmogonia, e gli altri santi, apostoli e martiri laterali seguono la scia, andando ad alternare virtù e agiografie diverse in un tripudio di costruzione iconografica.
In generale, se si sceglie la Sicilia ovest come meta per le proprie vacanze, consiglio vivamente di prendersi una mezza giornata per vedere il borghetto di Monreale e la sua cattedrale.