Ho sempre trovato in qualche modo psichedeliche le immagini delle megalopoli dell’estremo oriente. Cina, Corea e Giappone sembrano ai miei occhi occidentali un universo a parte, sicuramente per quanto riguarda la cultura, ma anche cominciando da un aspetto sensoriale come la luce.
I sobborghi di Shangai
Certi sobborghi di Shangai si presentano come un incubo di colori fluorescenti, tra insegne al neon, cibi coloratissimi di colori fasulli, disegni esplosivi sulle stoffe, dalla mezza età in giù fino ad arrivare ai gatti e orsetti ostentati dai bambini nelle scuole.
Alla Biennale dell’Arte di Venezia (2019) non si può certo dire che sia dominante la rappresentazione realistica. Lo vuole il tema stesso dell’esposizione, ch promuove gli sguardi “diversi” sulla realtà, ma è anche quel che è, alla fine, riuscita a ottenere.
Due opere
Ho visto due opere secondo me rappresentative di quelle così tipiche luci di cui parlo all’inizio. Lu Xinjian, con le sue cattedrali psichedeliche poligonali, è cinese, e laureato in computer graphic design.
Questo artista prende immagini realistiche di skyline e di cttà, e poi le modifica con la computer grafica fino a snaturarle della loro prima percezione, arrivando a un risultato che è quasi espressionista.
Invece Sho Tsunoda dal Giappone ricalca lo stesso concetto in materiale classico, potremmo dire, ovvero pennellata di acrilico su tela. Quest’ultimo, se proprio non vogliamo scomodare Van Gogh, prende a prestito una tecnica già ben conosciuta anche dall’arte moderna, che è quella della pennellata giustapposta. In questo caso l’obiettivo non è però snaturare, a mio parere, e infatti tenderei a catalogare questo secondo artista come impressionista.
Cenni di psichedelia
I colori sono, in entrambi i casi citati, psichedelici. Curioso come un’apparenza simile produca, alla fine due concezioni diversissime di opera.Che però, alla fine, risultano comunque in qualche modo simili. Potrebbe essere questa una sintesi del concetto di “cultura”.
In foto: Lu Xinjian, dettaglio dalla mostra “City DNA”, Hua Gallery, 2014