Un centro storico ha bisogno di manutenzione.
Quei magici 868 milioni dell’UE
Nel periodo di bilancio 2007-2013 si era sbandierata a lungo l’opportunità di investire nella rete idrica e nei monumenti storici del centro l’ingente finanziamento dell’Unione Europea di 868 milioni di euro. 72 per il centro, con miglioramento dell’urbanistica, marciapiedi, camminamenti e simili. 111 per il porto, ristabilendo la funzionalità della rete fognaria, migliorando l’accesso della rete ferroviaria, insomma tutti gli interventi necessari a ottimizzarne la fruizione in termini commerciali e di viabilità.
Si parlava di altre cifre per l’acquisto di veicoli destinati alla linea 1 della metropolitana.
L’aspetto che secondo me poteva essere interessante, sia per la vivibilità sia per il paesaggio, erano i fondi stanziati per la ristrutturazione dei cinque depuratori di Acerra, Marcianise, Napoli Nord, Foce dei Regi Lagni e Cuma.
Il depuratore
Cosa significa un depuratore per un città marittima, tutti lo sappiamo. Sia un miglioramento consistente della qualità dell’acqua, sia la gestione dello scarico delle acque reflue.
E quindi, l’investimento diventava comprensibile leggendone i beneficiari: sette comuni della provincia di Caserta. Da quello che mi pare di aver capito, ne beneficerà principalmente la costa di Domitio, una zona di altissimo potenziale turistico.
Ma ecco che leggo oggi sul Sole online:
I crolli delle scorse settimane nella chiesa cinquecentesca di Santa Maria del Popolo degli Incurabili e le lesioni nella farmacia monumentale attigua riaccendono i riflettori sullo stato di conservazione del centro storico di Napoli e sui lavori del grande progetto Unesco, che prevede restauri e ristrutturazioni di monumenti e strade nel perimetro dell’antico insediamento greco-romano conosciuto come centro antico.
Fondi persi?
Senza bisogno di avanzare ipotesi di drenaggio fondi o di malcostume: qualcosa nei cospicui investimenti promessi, e nella loro pratica realizzazione, è andato storto.