Nella mia personale esperienza ho sempre amato lavorare con persone “indisciplinate”, capaci cioè di ragionare in maniera non convenzionale. Come scrivevo qualche settimana fa, ritengo, infatti, che pensare fuori dagli schemi ed essere curiosi sia un requisito fondamentale per avere successo nella vita.
Capita, però, che persone capaci di pensare out of the box vengano spesso criticate e che, soprattutto agli inizi della loro carriera, abbiano delle difficoltà a gestire le critiche che vengono rivolte loro. Dimostrare una certa accondiscendenza, volta perlopiù ad evitare il conflitto, non significa diventare degli yes men né rischia di tarpare le ali all’innovazione e all’affermazione delle proprie idee. Una buona dose di diplomazia e la capacità di accogliere le critiche sono doti di indubbia utilità, soprattutto quando le critiche sono fondate e possono aiutare a crescere.
Come si affrontano le critiche? Veder osteggiato il proprio lavoro o criticata la propria idea non è mai semplice. Ci si sente punti nel vivo dell’orgoglio e si è portati, sull’onda dell’emotività, a difendere il nostro lavoro. Ecco il primo errore. Nonostante l’impegno profuso, bisognerebbe cercare di mantenere un certo distacco emotivo, raccogliere i feedback che si ottengono ed analizzarli razionalmente. In questo modo non si perde l’opportunità di crescita e di confronto, che porterà a migliorare il nostro progetto.
Ricordare che il nostro pensiero è solo un punto di vista, e non è di certo l’unico, è un esercizio mentale che ci permetterà di accogliere le critiche in maniera positiva: non come attacco personale, ma come espressione di un punto di vista nuovo, diverso dal nostro, che come tale va analizzato.
Per affrontare le critiche nel migliore dei modi è anche necessario avere l’onestà di vedere gli aspetti del nostro progetto che non funzionano. Essere onesti, in primo luogo con se stessi, è il primo passo per poter crescere professionalmente e per migliorarsi.