E’ di questi giorni la notizia che l’epica città di Heracleion è stata ritrovata
In realtà è dal 2012 che si parla della mitica città reperita sul fondo del delta del Nilo, nella baia di Abukir, nord dell’Egitto. Heracleion era la città fondata dal pavido Paride e da Elena, perché potessero vivere felici insieme nel loro rigetto irresponsabile della pubblica virtù. Una zona fertile, vicina a un fiume come vuole l’urbanistica di ogni epoca storica e ogni luogo geografico. In un territorio fertile e caldo, certamente conosciuto dai mercanti elleni, che l’avranno riportato come circondato da dettagli novellistici.
Secondo Erodoto fu Eracle stesso a costruirci un grande tempio, da dove il nome della città, nota anche come Thonis. Come Thonis compare in innumerevoli iscrizioni, e le attribuzioni sembrano veritiere e ben documentate.
La recrudescenza di questi sensazionalismi nei titoli non può che suscitarmi un profondo rispetto per quanto l’Egitto ha dato alla storia umana, all’archeologia, e al sentire comune, perché no.
Il fatto che milioni di persone leggano questi titoli e siano affascinati da questa Atlantide è parente stretto del successo al botteghino di Indiana Jones e la sua fanta-archeologia. Il sito web di Franck Goddio, supervisore dei lavori e archeologo dei fondali, è motlo ben costruito e divulgativo al punto giusto. Qui si può trovare una mappa interattiva della città, un ulteriore stimolo sensoriale alla scoperta.
Non credo che l’archeologia sia materia morta. E’ senz’altro un’iniziazione difficoltosa e monopolizzata dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, ma pur sempre carica di un fascino umanamente assai condivisibile.