Mi aspettavo che sarebbe successo. La sharing economy del turismo si è rivelata una risorsa fondamentale per i piccoli borghi e le zone rurali. Così valorizzate dalla cinematografia estera italianofila, così parchi nell’incasso perché poco connessi con il giro dei colossi del turismo.
AirBnb in particolare, il servizio per il quale si può inserire online la propria casa privata e guadagnare dall’affitto, semplicemente mettendola online.
Ma ecco la notizia: AirBnb, Anci e Ministero per i Beni e Attività Culturali e Turismo collaborano per riportare alla luce alcuni borghi italiani caduti nel dimenticatoio, e nel parziale abbandono. Mentre Mibact dedica l’anno ai borghi italiani, Airbnb lancia un piano nazionale Borghi Italiani (Italian Villages).
Come avevo già scritto, i trend del turismo non riguardano solamente i nostri seppure stupendi scorci paesaggistici e le nostre pittoresche lagune. Anci (l’associazione dei comuni italiani, per intenderci) ha patrocinato l’iniziativa del colosso dell’alberghiero online, volta a valorizzare oltre 40 borghi. Qui se ne trova una mappa completa.
Si parla di tre comuni che vedono già valorizzati i propri spazi pubblici, Lavenone in Lombardia, Civitacampomarano in Molise e Sambuca in Sicilia. Come già era avvenuto per la meravigliosa cittadina sul tufo che si sta inesorabilmente erodendo, Civita di Bagnoregio: qui il progetto della Casa d’Artista si è insinuato già da qualche tempo. Una casa storica, di proprietà comunale, danneggiata da un terremoto e dal tempo, ora disponibile per l’affitto con il sindaco figurante come “host”, il soggetto titolare dell’ospitalità.
I borghi guadagnano da questa promozione trasversale.
Secondo questo report, stilato a quattro mani da Mibact e Airbnb, i borghi ci hanno già guadagnato ampiamente dalla promozione delle case private rese disponibili dai loro abitanti. Anche perché il criterio di promozione riguarda unicamente prezzo e posizione: non c’è necessità di promuovere il proprio alloggio come su altre piattaforme di prenotazione facilitata.
Pubblico una lista dei comuni finora interessati all’iniziativa: Aieta (Calabria), Apricale (Liguria), Asolo (Veneto), Barolo (Piemonte), Bevagna (Umbria), Bitti (Sardegna), Città Sant’Angelo (Abruzzo), Cividale del Friuli (Friuli Venezia Giulia). Dozza (Emilia Romagna), Étroubles (Valle d’Aosta), Furore (Campania), Mezzano (Trentino Alto Adige), Moresco (Marche). Pisticci (Basilicata), Poggiorsini (Puglia), Sabbioneta (Lombardia), San Casciano dei Bagni (Toscana), Sperlonga (Lazio), Savoca(Sicilia) e Torella del Sannio (Molise).
Marketing territoriale puro e semplice, e non posso che accogliere l’iniziativa con un plauso e con fiducia.
Scoprendo che Francesco Rutelli è Advisor di Airbnb, lascio una sua situazione a chiosa:
Ci sono Roma, Firenze e Venezia, ma poi ci sono anche centinaia e centinaia di destinazioni, piccole città, che sono luoghi meravigliosi – campagne, zone costiere o montane che non hanno eguali nel mondo. L’economia della condivisione rappresenta per il turismo del nostro Paese una leva molto positiva.
(Francesco Rutelli)