“Brolo” o “broletto” era il nome che prima del 1100 nelle città lombarde denotava un cortile aperto, dove venivano scambiate merci e bestiame, e dove il popolo si riuniva per prendere le decisioni importanti.
Dalla pace di Costanza del 1183, quando i Comuni lombardi riconquistarono la loro autonomia a scapito di Federico Barbarossa, il Broletto divenne la sede dei palazzi dell’amministrazione pubblica.
Lombardi testardi? Vediamo meglio la pace di Costanza
La Pace di Costanza, conclusa nel 1183, è un evento di rilievo nella storia medievale europea, che segna un importante passaggio nella lotta per le investiture tra il potere imperiale e quello papale. Il trattato fu firmato nell’ambito delle dispute tra il Sacro Romano Impero, governato dall’imperatore Federico I Barbarossa, e le città-stato italiane, in particolare quelle legate alla Lega Lombarda.
Prima della Pace di Costanza, l’Europa era stata teatro di conflitti prolungati, noti come le guerre di investitura, che vedevano contrapposti l’Impero e il Papato riguardo alla nomina dei vescovi e al controllo dei beni ecclesiastici. Federico I, che aspirava a rafforzare il controllo imperiale in Italia, si trovò a fronteggiare la resistenza delle città lombarde, desiderose di maggior autonomia. La situazione si acuì fino allo scoppio di conflitti aperti.
Il trattato di Costanza
La firma del trattato a Costanza segnò la fine di questi conflitti. Il documento stabiliva il riconoscimento da parte dell’imperatore della realtà comunale nelle città del Nord, accettando di fatto una semi-indipendenza di queste entità. Le città accettavano l’autorità imperiale, ma ottenevano in cambio ampi diritti amministrativi e giurisdizionali. Importante fu anche la regolamentazione delle investiture ecclesiastiche, con il riconoscimento della supremazia papale in tale ambito, ma con la salvaguardia di alcuni diritti per l’Imperatore.
Le conseguenze storiche furono magari non eclatanti sul breve termine, ma decisive sul lungo.
La conseguenza più evidente su il riconoscimento ufficiale dell’autonomia delle città-stato italiane, permettendo lo sviluppo di un robusto sistema comunale e contribuendo alla floridezza delle repubbliche marittime come Venezia, Genova e Pisa.
Ma non solo: Con la risoluzione del conflitto, l’Impero e il Papato potevano coesistere con compiti più definiti, benché le tensioni rimanessero. Questo stabilì un nuovo tipo di rapporto tra le autorità spirituali e quelle temporali in Europa. L’autonomia concessa alle città contribuì anche a un notevole sviluppo economico e urbano, con un incremento significativo del commercio e delle attività produttive, in particolare nel nord Italia.
Conseguenze a lungo termine La Pace di Costanza può essere vista come un precursore dei moderni trattati di pace che cercano di bilanciare poteri e diritti. Stabilì un precedente per la risoluzione dei conflitti attraverso negoziazioni e concessioni reciproche piuttosto che attraverso il conflitto armato. Inoltre, contribuì a plasmare l’identità e lo sviluppo delle città-stato italiane, influenzando direttamente la loro storia successiva durante il Rinascimento.
A riprova del fatto che le guerre sono molto più che l’insieme di battaglie, e travalicano i confini dell’esistenza, dell’ideologia, dell’identità di popolo.
Non scordiamocelo.