L’italiano medio è davvero maggiormente interessato alla cultura rispetto al resto del mondo?
Difficile trarre conclusioni così generaliste. Quel che possiamo affermare con una certa sicurezza è che non smettiamo mai di girare, vuoi su noi stessi, vuoi nei nostri meravigliosi musei e luoghi d’arte.
È così che anche durante la Pasqua 2022 gli Uffizi totalizzano 75.700 visitatori, ovvero il 6% in più rispetto ai numeri pre-Covid (quindi Pasqua 2019).
La pandemia ha interrotto un flusso di crescita costante del turismo, che si trovava in piena espansione nel 2019. Stiamo ora gradualmente riprendendo gli antichi numeri?
Presto per dirlo. Possiamo però constatare un certo successo di diverse strutture di cultura e intrattenimento in Italia: al Museo Egizio di Torino, da venerdì al martedì di dopo Pasqua 2022 sono stati staccati 18.643 biglietti, che ancora non sono i 21.750 del 2019, ma ci avviciniamo.
A Venezia le forze dell’ordine e le istituzioni sono in fermento per l’altissimo afflusso di turisti (stimate 140mila persone solo nella giornata di Pasqua), che hanno portato a pianificare l’istituzione degli ingressi contingentati, e la prenotazione.
Roma, Napoli, Ferrara e molte altre città sono state corteggiate da turisti, che hanno scelto per questi tiepidi climi primaverili di dedicarsi alla cultura.
Due considerazioni
Due sono i pensieri che mi sorgono spontanei: il primo è una valutazione d’impatto, che ad esempio la città di Venezia sta già ampiamente prendendo in considerazione con il contingentamento degli ingressi. Non possiamo permettere all’anarchia dei voli low-cost di privarci della calma necessaria per godere della bellezza delle nostre città, e soprattutto non possiamo soverchiare i residenti, che meritano comunque di avere una qualità di vita mantenuta nonostante il turismo.
La seconda osservazione è di natura economica: l’indotto generato dal turismo è interessante, e soprattutto per contesti degradati e meritevoli di restauri o valorizzazioni diventa un alleato interessante.