Clive Staples Lewis è nato nel 1898 a Belfast. Educato in varie scuole in Inghilterra, si avvicinò motlo presto a diverse lingue (latino, greco, francese, tedesco e italiano), prendendo lezioni private da W. T. Kirkpatrick. Si trasferì poi a Oxford dove i suoi studi furono interrotti dalla prima guerra mondiale (1917). Due anni dopo era di nuovo a Oxford a riprendere gli studi. Nel 1924, Lewis potè insegnare Letteratura e Lingua al Magdalen College di Oxford e vi rimase fino al 1954. Durante questo periodo della sua vita, Lewis scrisse la maggior parte delle sue opere. Lewis si trasferì a Cambridge per il resto della sua vita insegnando letteratura medievale e rinascimentale.
Ma perché ne stiamo parlando? Innanzi tutto, si tratta di un personaggio importante perché era dedicato alla ricerca della verità attraverso l’argomentazione, la disputa e la dialettica della Ragione.
Iniziò la sua ricerca della verità come ateo e finì come cristiano, con un interessante testamento costituito dal “Mere Christianity” una serie di tre trasmissioni radiofoniche separate.
The Case For Christianity
In The Case For Christianity, Lewis discuteva del giusto e dello sbagliato, argomenti cari alla formazione della sua coscienza cristiana. Non si può che iniziare dalla legge morale e dalla sua esistenza autonoma, in contrapposizione netta all’idea nicciana di morale che nasce in qualche momento della storia umana.
In secondo luogo, Lewis affronta l’idea di un potere o di una mente dietro l’universo, che è interessato alla giusta condotta. Questo Dio, o energia, è un’entità benigna, nel senso di veritiera, più ceh nel senso di tenera e comprensiva.
L’ultimo pilastro della sua concezione di Christianity è ovviamente il cristianesimo stesso, i suoi attributi e il motivo per cui è stato così importante per la storia umana.
Un autore che sto riscoprendo, e che avrebbe senso rivalutare come contrapposizione al misticismo, in vista di una prospettiva religiosa pacata, razionale e frutto di un percorso dialettico, sulle migliori tradizioni delle dispute sugli universali medievali.
(Continua)