Concludiamo un anno insolito.
Insolito non solo per la mole di cambiamenti che la nostra vita sociale ha dovuto affrontare, ma anche per quella che mi sembra cominci ad affermarsi come una nuova concezione e fruizione della cultura.
Guardiamoci intorno: è bastata la stretta sulla tipologia di mascherine che teatri e cinema hanno immediatamente ridotto il numero dei prenotati. Il picco dei contagi sconcerta e lascia allibiti. Forse ci lascia anche meno volontà di coltivare la bellezza, che le kermesse inevitabilmente portano con sé molto più che un’attività solitaria.
Sentiamo tutti come queste restrizioni abbiano un’influenza costrittiva per molte altre cose.
Spesso mi capita, durante i periodi in cui mi rinchiudo in casa, per il timore di un tampone positivo oppure per legittimo isolamento pandemico, di ritrovarmi a leggere sempre gli stessi libri e riguardare film vecchi, piuttosto di svolgere lo sforzo intellettuale per comprarne di nuovi.
Non so se ad altre persone capita. Quello che ho pensato a spiegazione del fenomeno è che l’esilio mentale in cui siamo calati scuote le fondamenta già deboli dell’approfondimento culturale.
Forse siamo arrivati a un giro di boa dove è opportuno accorgersi che la fruizione collettiva della cultura è ciò che la rende così potente. Un buon romanzo in poltrona o una buona musica nel proprio stereo sono senz’altro complici di un approfondimento personale e sono senz’altro in grado di condurci a un qualche tipo di bellezza.
Ci mancherebbe altro; però non è la stessa fruizione di un concerto del vivo nel quale poi ci si ferma commentare l’operato dei musicisti. Decade completamente la magia che vedeva la cultura socialmente un motore di crescita personale e collettiva.
Ecco perché a mio parere queste restrizioni ci metteranno in discussione come fruitori di arte.
Forse è la mia opinione, forse non interessa nulla a nessuno.
Ma a chiosa di questo vecchio anno rivolgo un pensiero affettuoso a tutti quelli che hanno continuato a lottare per rimanere a galla in un mondo artistico fortemente saccheggiato e depredato.
Tenete duro, perché usciremo dal tunnel.