Wharol and friends, si intitola la mostra che palazzo Albergati di Bologna dedica alla Pop Art.
Il giovane Warhol
Dell’artista ci sono non solo opere, ma anche fotografie personali, e, appunto, i suoi amici. Da Patti Smith a Robert Mapplethorpe, con alcune delle loro più celebri pose in comune.
Una vita con la sua società eletta di artisti, e una grande umiltà nel raccontare la propria professionalità artistica. “Non sono niente di speciale”, recita un’intervista lanciata in loop nell’ingresso della mostra.
Aveva 21 anni Andrew Warhola, un giovane polacco che con la famiglia si trasferisce negli States in cerca di un futuro radioso e migliore.
La fine dell’Espressionismo Astratto
E da poco scomparso Jackson Pollock, che nel successivo decennio monopolizzerà con la sua postuma influenza tutta l’arte contemporanea, sospingendola verso l’Espressionismo astratto.
Questo si astrae sempre più verso uno stile minimal, che implode nella Pop Art.
Due le figure che passano il testimone: sono Robert Rauschenberg e Jasper Johns, che vedono nell’immagine massificata un possibile nuovo sbocco per le ormai stanche protesi artistiche dell’espressionismo.
C’è un’influenza fortissima dalla pubblicità, c’è David Bowie e il suo rock con un deciso senso glamour. Anche Lou Reed e Brian Eno, i Tlking Heads e i Joy Division, insieme alla iconica Blondie. La post punk e la new wave, insomma, senza le quali la narrazione di questo movimento straordinario risulterebbe inevitabilmente monca.
Un bel lavoro, nel complesso, che dimostra di come il formato multidisciplinare riesca sempre a cogliere l’essenza. Meglio, comunque, di una mera esposizione di quadri, ma anche di una narrazione sinestetica, ma monotematica.
Il successo
Il successo di Warhol si può dire che arrivi nel ’62 quando Time gli pubblica le 32 Campbell’s Soup. L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, direbbe Benjamin, e il giovane artista polacco ne fece una vera e propria questione di poetica personale.