La classica indagine fra libro antico e moderno, continuerà ancora a lungo. Al primo “Salone della Cultura” di Milano, la discussione avrà una nuova occasione per arricchirsi di elementi e prove di ricerca, il tutto nel cuore della Capitale economica italiana, di nuovo nella veste di ponte tra classico e moderno.
Non mi soffermerò molto su questo evento multiculturale, ma auguro la buona riuscita di ogni evento culturale del genere, ricco di incontri e laboratori.
Credo che sarà anche una buona occasione per parlare del complesso periodo storico che sta attraversando l’editoria, dove la tecnologia ha rivoluzionato un mercato, trasformando i metodi di fruizione delle opere letterarie.
Il che non è necessariamente un fattore negativo o positivo, ma un cambiamento effettivo.
Io stesso mi sono scoperto curioso nei confronti di queste nuove tecnologie digitali. Da studente e studioso mi sono da sempre approcciato al libro cartaceo. In fin dei conti un buon testimone di ciò è la mia libreria, che non è una di quelle da esposizione in cui si convogliano pochi libri e numerosi oggetti di design, appare forse più disordinata, tuttavia è ricca di testi che mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita e molti altri che vorrei leggere. La lettura e la scoperta non si fermano però all’assemblato di carta e scaffali che ho al mio fianco, ma proseguono nell’etere. Alla ricerca di nuove forme di coinvolgimento culturale ho provato nuovi mezzi di lettura, ma così facendo ho stimolato anche il mio personale interesse verso l’antico.
Una vera e propria indagine sul mondo della carta e della veicolazione culturale
Se penso ai papiri, alle tavolette lignee, ai manoscritti, non posso far tornare alla mente vere e proprie opere d’arte. Si tratta di capolavori assoluti, non solo per il testo che custodivano, ma per tutta l’elaborazione del materiale, la precisione artigiana, le miniature, e la volontà di tramandare e cultura che altrimenti sarebbe andata perduta.
Oggi lavoriamo e ci approcciamo in modo totalmente differente. Il libro, cartaceo o digitale, si è andato trasformando da un unicum a un mezzo. Mi piace però pensare a come sarà più semplice avvicinare le nuove generazioni alla cultura grazie alla tecnologia. Libri interattivi, didattiche più dinamiche. Sarà sempre faticoso studiare, ma anche solo un leggero aiuto per le giovani menti, potrebbe essere un grande risultato per la diffusione di maggiore cultura e maggiore consapevolezza in tutto il mondo.
Se, come disse saggiamente Kissinger «quello che ogni uomo teme è l’ignoto», allora forse questa cultura, che stiamo cercando di diffondere con tutte le nostre forze, potrà essere ciò che salverà gli uomini e le donne del futuro dall’ignoto e da loro stessi.