Conversazione di Laura Gherardi con Paolo Giorgio Bassi, presidente di Charta Group.
Laura Gherardi. Iniziamo con la sua formazione e con le città in cui si è svolta?
Paolo Bassi. Dopo il liceo, qui a Milano, sono partito per Trento per studiare Sociologia. In quegli anni – era il 1968 – Trento era una comunità universitaria in fermento dentro una città ostile, molto conservatrice.
Una città diversa da Roma, Milano e Torino, e Sociologia era una novità per l’Italia. Lo stesso movimento degli studenti era molto internazionale, collegato con gli studenti berlinesi e francofortesi, in larga parte allievi di Adorno.
Poi, dopo un paio di anni, il movimento è caduto in un degrado assoluto, con diverse frange combattenti a disputarsene le spoglie. E così mi sono messo in movimento e ho deciso di girovagare per le università europee, un girovagare fisico e intellettuale che è durato tre anni, mantenendomi con piccoli lavori e con periodici ritorni a Trento per seguire i corsi che reputavo utili o interessanti e per fare gli esami.
A quell’epoca non c’erano le “borse Erasmus”, ma nel mondo “comunitario” si trovava ospitalità ovunque e si viveva davvero con poco. Le città che ho frequentato maggiormente sono state Parigi e Londra. Nella prima c’erano Braudel, Foucault e Benveniste, il grande filologo e linguista.
Io seguivo non solo i loro corsi, saltando dall’École al College de France, ma anche alcune lezioni di fisica con Bernard d’Espagnat, e di matematica con André Lichnerowicz.
A Londra c’era la LSE con i suoi economisti.
Mi piaceva tutto, mi incuriosiva tutto.
Sempre in quegli anni sono stato anche in America, sia a New York sia in California per l’interesse che avevo riguardo la Scuola di Palo Alto, che all’epoca era sconosciuta in Italia, e alla “seconda cibernetica”, quella di Heinz von Foester. Gregory Bateson era ancora vivo e teneva seminari.