Mentre leggiamo un libro o un articolo di giornale, la nostra mente richiama ricordi, immagini, sensazioni. Sarà capitato anche a voi, è un processo mentale normale, ma a volte arriva quel ricordo talmente forte, che sentiamo l’esigenza di raccontarlo.
A me è successo oggi, leggendo un trafiletto sugli eventi culturali della Capitale francese.
Parigi, una meraviglia che ho avuto la fortuna di vedere e di vivere.
Culla di movimenti artistici e stilistici che hanno spesso visto uno sviluppo incredibile anche senza grandi investimenti o nomi altisonanti a loro supporto.
Ciò che ha attirato la mia attenzione è tuttavia una meraviglia che ha richiesto investimenti di uomini e di capitale astronomici ed è una delle principali attrattive del panorama francese, anche se non esattamente parigino. Sto parlando della Reggia di Versailles e delle splendide fontane dei suoi giardini. Per gli ultimi fine settimana del mese di Settembre, le fontane saranno attive per gli spettacoli acquatici estivi. Se vi capita di passarci, l’atmosfera vale decisamente l’investimento di tempo. Le fontane danzeranno secondo una coreografia basata sulle musiche del periodo di Luigi XIV e il contesto circostante farà il resto.
Un contesto che non era minimamente paragonabile prima dell’arrivo del Re Sole.
Sembrerà banale, ma una cosa che mi ha sempre impressionato è immaginare l’area di Versailles, come una collina verde con al culmine soltanto una casa di caccia. Era così originariamente, prima del progetto faraonico e il successivo sviluppo.
Per capire l’enormità della costruzione, sappiate che la sola struttura della Reggia copre 67121 metri calpestabili, sei volte il Duomo di Milano per dare un metro di paragone comprensibile a tutti i milanesi. Poi ci sono gli 815 ettari del giardino alla francese che la circonda, un capolavoro assoluto di giardinaggio, geometrie e prospettive.
Nonostante fosse il simbolo più fulgido della monarchia assoluta, quindi una vera immagine di sfarzo e oppressione per i rivoluzionari del diciottesimo secolo, è oggi un simbolo della grandezza francese. Com’è possibile? Avrebbero potuto abbatterla durante la Rivoluzione francese, invece, nonostante i saccheggi, l’hanno risparmiata.
Va dato merito ai francesi dell’800 di averne compreso la portata storica e averla recuperata nel corso del secolo, con non pochi investimenti.
Se oggi per me è solo una piacevole esperienza, che ricordo volentieri, per tutta la società, francese, europea e mondiale, è un vero capitale inestimabile.
Grazie a chi ha saputo comprendere e curare un bene artistico così prezioso, continuando con eccellenti prospetti culturali per il futuro.